[⇐] In tali tradizioni l’atteggiamento nei confronti delle immagini è fortemente negativo: secondo al-Bukârî, curatore, attorno al IX secolo, di una monumentale silloge di “detti e fatti del profeta dell’islam”, Muhammad avrebbe espresso una ferma condanna della pittura, affermando che nel Giorno del giudizio gli artisti sarebbero stati puniti da Dio nel modo più severo, in quanto usurpatori della funzione creativa spettante appunto solo ed esclusivamente al Creatore. Il passo successivo è la formalizzazione del divieto assoluto di produrre o utilizzare immagini, perché «gli angeli non entreranno in una casa dove c’è un dipinto», e perché coloro che le creano «mentono contro Dio e sono suoi nemici». Questo divieto tradizionale non fu comunque sempre rispettato e i giuristi stessi escogitarono degli accomodamenti: in molte regioni del mondo musulmano sovrani e ministri amanti delle arti promossero la creazione di opere pittoriche di notevolissimo livello, un’eco delle quali si ritrova nelle splendide miniature che, soprattutto a partire dal X secolo, illustrano i manoscritti islamici in lingua araba, turca e persiana.
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K E Y W O R D S
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◊ press_art, presshdr_L_e_f_t
◊ yauth_2_0_0_6, yedit_2_0_0_6
◊ lantxt_it, hdr_v3
• al_Bukari (al-Bukârî)
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